/ Impianti dentali

Impianti post estrattivi a regola d'arte

Dopo l'estrazione di un dente è necessario realizzare un impianto sostitutivo per mantenere la stabilità e la funzionalità dell'arcata dentale.

Impianti dentali: perché?

Quali sono le ragioni che consigliano, nella grande maggioranza dei casi, di realizzare un impianto dentale dopo l'estrazione di un dente divenuto ormai inservibile per un trauma, carie troppo estese o altre patologie delle radici (granulomi non trattabili, fratture radicolari…)?

L'implantologia moderna ci permette di realizzare protesi adatte ad ogni tipo di esigenza, anche in casi in cui ci sia uno scarso supporto da parte dell'osso mandibolare o mascellare, proprio perché è ormai riconosciuta l'importanza di sostituire il dente mancante in tempi brevi: un impianto dentale post estrattivo, quando ci sono le condizioni necessarie, è una ottima soluzione. L’alternativa di un ponte fisso su denti naturali comporta infatti il sacrificio di almeno 2 denti adiacenti al dente mancante, che devono essere preparati limando lo smalto esterno; si tratta di una possibilità che può essere utile se i denti vicini erano già stati trattati (per esempio devitalizzati e/o incapsulati) o se ci sono controindicazioni assolute alla chirurgica, ma in molti casi non è la soluzione più indicata.

Le motivazioni per cui occorre rimpiazzare nel minor tempo possibile un dente mancante sono sostanzialmente di ordine funzionale, biologico ed estetico. In questo articolo esamineremo in dettaglio queste motivazioni e vedremo le tecniche che utilizziamo nella Clinica dentale Cappellin di Pinerolo (TO) per la realizzazione degli impianti post estrattivi, sia a carico immediato, sia a carico differito.

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Lo scopo principale del nostro lavoro, infatti, è quello di trovare la soluzione migliore per il benessere complessivo del nostro paziente, mettendo al suo servizio la nostra esperienza e la continua ricerca delle tecniche mediche e chirurgiche più avanzate. La nostra missione è di offrire ai pazienti le stesse cure che vorremmo per noi, senza compromessi.

I problemi post estrattivi

L'arcata dentaria umana è una struttura composita e complessa, vive di equilibri interni piuttosto delicati e quando uno dei suoi elementi viene a mancare si innescano alcune reazioni compensative che possono portare, purtroppo, a problemi anche di lungo termine per il paziente.

L'assenza di un dente, infatti, compromette la stabilità sia dei denti vicini, che tendono ad avvicinarsi tra loro per cercare di riempire lo spazio lasciato vuoto, sia di quelli antagonisti che perdono il supporto della forza di masticazione che, in condizioni naturali, li “preme” nell'osso, favorendone la stabilità.

Questi processi, del tutto naturali, sono una reazione del nostro corpo volta, come dicevamo, a cercare di compensare autonomamente la mancanza di un dente, magari proprio a seguito di un'estrazione programmata. Tuttavia, queste reazioni possono provocare disturbi molto fastidiosi per il paziente e occorre quindi sostituire il dente perduto con una protesi dentale che ne rimpiazzi al meglio le funzioni.

Bisogna sempre ricordare che nulla potrà mai essere meglio del dente naturale, per questo è fondamentale sottoporsi a controlli periodici e alle sedute di igiene professionale (detartrasi) con regolarità, al fine di preservare la propria dentatura naturale e non arrivare al punto di essere costretti all’estrazione dei denti: in quel malaugurato caso, un impianto dentale realizzato a regola d'arte può contrastare le conseguenze negative dovute alla mancanza dell'elemento originario, sia a livello estetico sia a livello funzionale.

Oltre ai problemi dovuti alla perdita dell'equilibrio dell'arcata dentale nel suo complesso, infatti, non è trascurabile neppure il disagio dovuto alla diminuzione della capacità masticatoria e, in alcuni casi con perdita di molti elementi dentali, alla capacità di parlare in modo fluido e confortevole.

Infine, non si può nemmeno dimenticare il lato estetico che, soprattutto quando la mancanza del dente è in alcune posizioni particolarmente visibili, può creare un disagio, anche notevole, di natura psicologica ed influire così negativamente sul benessere complessivo del paziente.

Quali sono i migliori impianti dentali?

Spesso ci sentiamo fare domande di questo tipo, soprattutto rispetto alla differenza tra impianto a carico immediato e impianto a carico differito, oltre a ricevere anche richieste di chiarimenti rispetto alle possibili controindicazioni di un impianto dentale. Occorre quindi, con l'occasione di questo articolo, fare un po' di chiarezza e cercare di dissipare almeno i dubbi più diffusi, rimanendo comunque a disposizione di chiunque voglia contattarci per avere ulteriori informazioni di carattere medico.

Innanzitutto si possono distinguere due metodologie diverse di intervento: l'implantologia a carico immediato e quella a carico differito o ritardato. Nel primo caso si impianta in un unico intervento sia la fixture, ossia il perno in titanio che fissa la protesi all'osso mandibolare o a quello mascellare, sia la corona, cioè la parte visibile del dente. In questo modo si ottiene subito un risultato estetico, funzionale e di equilibrio dell'arcata dentale quasi definitivo. Spesso, infatti, la corona montata in prima battuta è di un materiale provvisorio ed è meglio non caricarla completamente con la masticazione, mentre, una volta realizzata e impiantata la corona definitiva, si potrà riacquistare la piena funzionalità del dente; in questo caso si parla più propriamente di protesizzazione immediata, anche se molto spesso questa viene confusa con il carico immediato, che appunto prevede un provvisorio che permette da subito una masticazione completa: quando si tratta di arcate complete (toronto, all on four…) per ovvi motivi si usa il carico immediato (non sarebbe possibile “evitare” il contatto con i denti antagonisti, essendo l’intera arcata interessata), mentre quando è un solo settore o a maggior ragione un singolo dente, si preferisce la protesizzazione immediata, che risolve subito il problema estetico, ma permette la guarigione del singolo impianti per qualche mese con una masticazione ridotta (si tratta di una parte minima sull’intera arcata), prima di procedere con la protesi definitiva.

Nel caso di un impianto dentale a carico differito, invece, la corona viene montata solo dai tre ai sei mesi dopo l'impianto della fixture in titanio, per garantire una migliore osteointegrazione nei casi in cui si prevede che sia più lenta o rischiosa. Senza dubbio, si tratta di una buona soluzione solo nei casi in cui vi sia motivo di ritenere che l'osso in cui verrà impiantato il perno in titanio abbia poco volume o scarsa resistenza e che sia quindi meglio consentire all'organismo di integrare con le dovute tempistiche la fixture prima di montare la corona.

La mancanza della parte visibile del dente, la corona, appunto, per un periodo di alcuni mesi, infatti, espone il paziente ai disagi di cui abbiamo parlato sopra, di natura funzionale, biologica ed estetica, ma si rende talvolta necessario differire il carico sul perno, come abbiamo detto, per ragioni di ordine strutturale e fisiologico. In questo caso esistono diverse alternative per un provvisorio (per esempio mascherine trasparenti invisibili che si calzano sui denti adiacenti e che portano al loro interno la corona provvisoria del dente mancante, per motivi estetici) che renda questa fase il più confortevole possibile.

È naturale che, dal punto di vista del paziente e del suo stile di vita, l’impianto dentale post estrattivo a carico immediato (o almeno a protesizzazione immediata, come spiegato in precedenza) è sicuramente preferibile, dove le condizioni dell'osso lo consentano. Attualmente le tecniche implantologiche e le tecnologie associate (chirurgia computer guidata) hanno permesso di ampliare moltissimo i casi in cui si può offrire in sicurezza al paziente questa alternativa.

Dal punto di vista delle controindicazioni, invece, si sente talvolta parlare impropriamente di rigetto dell'impianto dentale, complicanza tecnicamente impossibile, visto che il perno è realizzato in materiale inorganico e altamente biocompatibile. Tuttavia è possibile che intorno all'impianto si sviluppino, in rari casi, infezioni di tipo batterico che possono pregiudicare la riuscita della procedura, spesso favorite da un carico troppo precoce, qualora l’osso non sia di volume e/o qualità sufficiente (in questo caso è più prudente evitare il carico immediato). Per questo motivo è necessario seguire scrupolosamente le indicazioni di disinfezione e igiene per i primi giorni successivi all'impianto e contattare comunque il dentista per qualunque tipo di fastidio si possa avvertire nella zona interessata.

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La cosa più importante, però, è rivolgersi sempre a professionisti specializzati e con notevole esperienza, che sappiano adottare le tecniche più adatte per ogni singolo caso clinico. Presso la nostra struttura seguiamo centinaia di casi all’anno, nella grande maggioranza a carico o protesizzazione immediata, utilizziamo tecnologie innovative e tecniche avanzate, specificamente studiate e selezionate per offrire i maggiori vantaggi ai nostri pazienti; la nostra esperienza ci consente di poter consigliare le soluzioni più indicate in relazione alle condizioni ossee del paziente: è infatti di fondamentale importanza valutare attentamente con le corrette tecnologie (radiografie tridimensionali, ottenibili a bassa dose di raggi come le CBCT, a differenza delle ormai superate panoramiche dentali, che sono bidimensionali e non permettono di valutare se non approssimativamente il volume, la qualità e la densità ossea) ogni singolo caso, per ottenere il miglior risultato possibile con le tecniche moderne.

Comunicazione sanitaria informativa ai sensi delle leggi 248/2006 e 145/2018 (comma 525) curata dalla Cappellin Foundation srl Società Benefit per conto della Clinica dentale Cappellin srl Società Benefit
PINEROLO aut. san. 60bis, direttore sanitario dr.ssa Ilaria Barbalinardo, Albo TO 3496
TORINO aut. san. 8/16, direttore sanitario dr.ssa Elisa Bottero, Albo TO 3201

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