
La Clinica è cambiata nel tempo, com’é nella natura di tutte le cose, come tutti gli ambienti vivi, che sono utilizzati e amati: ha seguito pazientemente le evoluzioni delle nostre esigenze, la prima delle quali squisitamente numerica (siamo cresciuti molto di numero negli anni come team, ma soprattutto come pazienti), poi di necessità lavorative, di nuovi macchinari o postazioni.
Se volessi, potrei addirittura spingermi a dire che queste mura hanno avuto pazienza e si sono adattate a tanti cambiamenti, accogliendo sempre nuove richieste grazie agli spazi ampi che erano stati pensati sin dall’inizio. Il bello è che questo adattamento non appare mai un ripiego, l’equilibrio complessivo non viene mai stravolto ma sembra sempre che la Clinica sia già nata così, non che sia stata modificata.
Forse a tanti può sembrare strano pensare alla Clinica come un’entità reale, viva, una casa che ci contiene per davvero ma è proprio così, almeno per me. Non solo perché ci vede ogni giorno qui, ma perché fra queste pareti, su questi riuniti o poltroncine, su questi computer si sono scritti tanti capitoli di vita, quella odontoiatrica dei nostri pazienti, ma anche le nostre, della nostra vita che nel frattempo è andata avanti. Questi muri hanno sentito confidenze, drammi, gioie improvvise, abbracci e lacrime, litigate e discorsi seri…
Questa per me e per tanti è casa, non perché (anche se le ore di lavoro sono molte) noi si viva qui, ma perché qui realizziamo il desiderio di fare del bene alle persone, realizziamo l’innato senso dell’uomo di fare qualcosa della propria vita, di renderla utile, speciale, di farne qualcosa per gli altri e direi CON gli altri. Perché la dimensione relazionale non è accantonabile, è il motivo per cui si fa qualcosa.
La Clinica è il “ventre” che ci accoglie ogni giorno, con aria fresca d’estate e calda d’inverno, in un ambiente pulito, bello, confortevole. E questo per me non è poco, anzi.
E questa stessa amorevole cura e attenzione la dedicano tutti i giorni, più volte al giorno, le addette alle pulizie che, quasi come mamme che “curano” la casa per la propria famiglia, la mantengono giovane, pulita, “in forma” in modo che questi (quasi) 10 anni si vedano meno, ma si sentano solo come una sensazione di quotidiano e di abitudine, che non scivola mai nel trasandato o sciatto. Quando si ha vent’anni si è belli della bellezza della gioventù, a quaranta ci vuole un po’ più di impegno, e lo scrivo con cognizione di causa 😀
La Clinica, ai miei occhi, rimane bella, nonostante il tempo.
E dopo tanto affetto, due note, una di colore e una di malinconia…

L’unica cosa a cui non si era pensato (e ovviamente c’entro io in questo 😉) era il trasporto della scrivania nell’ufficio ortodontico (acquistata dopo la posa dei muri interni): quando ci accorgemmo che, in nessun modo, poteva entrare nella stanza perché la porta era troppo piccola per farcela passare; dopo qualche minuto di disperazione, abbiamo deciso di smontare due pannelli in vetro delle finestre che si affacciano al balcone e rimontarli subito dopo: abbiamo fatto entrare dalla finestra ciò che non entrava dalla porta 😀) Morale della favola: la scrivania rimarrà per sempre in Clinica e non potrà mai andare in pensione!

Il pensiero più agrodolce invece è relativo alla sala riunione per i medici che ora accoglie un bellissimo laboratorio interno, fondamentale per l’attività quotidiana. Mentre per la prima cosa un po’ rido e un po’ penso che sono proprio stordita, il ricordo di quella sala mi genera sempre un po’ di rimpianto malinconico, lo stesso che — forse — hanno quei papà che vendono la loro macchina sportiva e acquistano una famigliare… perché per me era la quintessenza del design, della pulizia, una concessione a uno spazio di riflessione, svago, lavoro che non abbiamo potuto mantenere nel tempo, forse l’unico vero compromesso fatto nell’ambito costruttivo. Chi non ha visto quella sala, non può capire! O forse, me la ricordo solo io più bella.
Ancora oggi, con l’avvento del 4° piano, più tecnologico, più moderno, contemporaneo nella scelta dei colori, ricco di soluzioni veramente accattivanti e con una vista mozzafiato, il primo piano (forse perché ci lavoro di più, forse perché l’ho visto evolversi da grumo di macerie a studio) mi appare sempre come la mia prima casa!
Comunicazione sanitaria informativa ai sensi delle leggi 248/2006 e 145/2018 (comma 525) curata dalla Cappellin Foundation srl Società Benefit per conto della Clinica dentale Cappellin srl Società Benefit
PINEROLO aut. san. 60bis, direttore sanitario dr.ssa Ilaria Barbalinardo, Albo TO 3496
TORINO aut. san. 8/16, direttore sanitario dr.ssa Elisa Bottero, Albo TO 3201
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