/ Storie del team

Dottore, posso parlarle? 😅

Sono passati tanti anni, ma non scorderò mai il volto di Barbara, quella mattina nel mio ufficio. Era un misto di delusione, tristezza e forse anche vergogna.

Non ero preparato, era la mia prima volta e ho fatto del mio meglio, ma evidentemente doveva essere trapelato qualcosa nella mia espressione quando lei mi comunicò, non senza un certo timore, di essere incinta. Cosa si aspettava da me, dovevo essere contento? 🤔 Eravamo in forte crescita, avevamo solo 4 assistenti per 4 medici e lei era l’unica a conoscere il suo ambito. All'epoca ero giovane e concentrato su me stesso, sul concretizzare il sogno di una grande clinica, lavorando 60 ore la settimana per ripagare i debiti...

Così, come spesso capita quando siamo assorbiti dalle cose “urgenti”, ho perso l’occasione di gioire insieme a lei per uno degli eventi in assoluto più importanti per una donna e per la sua famiglia. Non ho mai più fatto quell’errore, perché la sua espressione di quel giorno mi ha trasformato: la sua vergogna immotivata di fronte alla mia reazione ha innescato la mia vergogna più che giusta per essere stato insensibile ed egoista, per avere ragionato come quegli imprenditori che ho sempre disprezzato, che badano solo al guadagno e se ne fregano dei dipendenti. La tentazione è sottile, ti sembra di pensare al bene dell’azienda, ma non c’è bene dell’azienda se non c’è prima il bene delle persone che fanno davvero ricca l’azienda.

La sua espressione in pochi secondi mi ha insegnato quello a cui non sarei mai arrivato con i consulenti del controllo di gestione e i testi di management: ho capito che se vuoi bene ai tuoi dipendenti, vuoi bene prima alla persona che al lavoratore, altrimenti è inutile contarsela, vuoi bene solo a te stesso e a quello che le persone ti possono aiutare a raggiungere. Le persone diventano un mezzo: prima sono i dipendenti (d’altronde sono pagati per quello che fanno o no?), ma se si imbocca questa strada c’è il rischio che prima o poi anche i pazienti smettano di essere un fine e diventino un mezzo.

Ho visto colleghi e imprenditori (ancor più se entrambi) cadere nella trappola di considerare le persone (pazienti e dipendenti) come macchine per fare soldi e non per creare insieme valore (personale, emotivo, creativo, spirituale... e ANCHE economico). E sapete qual è il lato paradossale? La maternità è un dono prezioso più per l’impresa che per la mamma lavoratrice; è vero, per un po’ la sua priorità giustamente non sarà il lavoro, ma non c’è occasione migliore per l’imprenditore di mostrare la sua umanità e la sua premura nei confronti dei dipendenti quanto condividere la gioia di una nuova famiglia che viene accolta, accompagnata e sostenuta nella grande famiglia aziendale, la #bigfamily di cui siamo orgogliosi!  

Se ti prendi cura dei tuoi dipendenti e imposti una cultura imprenditoriale che mette la persona al centro, sono due i successi che raggiungi: la ricchezza delle relazioni e quella dei risultati economici. Vi lascio immaginare quale sia per noi la maggiore soddisfazione. 😍

Comunicazione sanitaria informativa ai sensi delle leggi 248/2006 e 145/2018 (comma 525) curata dalla Cappellin Foundation srl Società Benefit per conto della Clinica dentale Cappellin srl Società Benefit
PINEROLO aut. san. 60bis, direttore sanitario dr.ssa Ilaria Barbalinardo, Albo TO 3496
TORINO aut. san. 8/16, direttore sanitario dr.ssa Elisa Bottero, Albo TO 3201

Ti è piaciuto questo articolo?
Condividilo con i tuoi amici!

Dottore, posso parlarle? 😅
Condividi